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La vita si allunga ma ci si ammala di più  

La vita si allunga ma ci si ammala di più

Cinquecento ricercatori a convegno fino a martedì


Ogni cinque anni, la vita media si allunga di circa un anno e mezzo, e gli scienziati s'interrogano su quale sarà il «tetto» massimo: è uno dei dati emersi ieri dal congresso nazionale della Società Italiana di Neuroscienze in corso a Torino fino a martedì prossimo e al quale partecipano più di 500 ricercatori. La scienza - hanno detto, in sintesi, i relatori - deve fare il massimo per rendere più vivibile la vecchiaia, basti pensare ai successi raggiunti per l'Alzheimer e il Parkinson, ma le malattie degli anziani non si possono del tutto sconfiggere.
«Quando io mi laureai, tanti anni fa - ha detto Jacopo Meldolesi, professore di Farmacologia Generale al San Raffaele di Milano e presidente del congresso torinese - il geriatra era forse l'ultima ruota del carro, ora è il medico più riverito e ricercato, perchè la vecchiaia è tema d'attualità. La ricerca ha fatto molto, anche quella farmacologica, ma la gente non deve credere che non ci saranno più malattie e che si troveranno rimedi per tutto. Viceversa, si invecchia di più e quindi si vive più a lungo in un periodo nel quale è più facile ammalarsi. La gente piuttosto deve intervenire cercando di assumere abitudini alimentari e di vita in generale che aiutino ad invecchiare meglio».
Meldolesi ha poi commentato quanto accaduto alla Bayer circa l'individuazione di patologie dovute all'assunzione del Lipobay. «L'uso delle statine - ha detto il celebre farmacologo - e quindi della cerivastatina, ha ridotto di molto le patologie arteriosclerotiche perchè riesce a bloccare la sintesi del colesterolo. Bisogna stare attenti prima di fare la lotta ad un farmaco. Ora si corre il rischio che la gente non lo usi più. Oggi la ricerca per creare un farmaco nuovo costa anche centinaia di miliardi, è una materia assai delicata». Aldo Fasolo, neurobiologo e coordinatore del convegno, ha poi ricordato come molto si sia fatto per combattere il morbo di Alzheimer e quello di Parkinson, studiando anche le loro cause, ma come, nello stesso tempo, si sia lontani dall'averli debellati. Il congresso prevede, domani, un incontro pubblico nell'Aula Magna del Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo su «Memoria e invecchiamento».

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